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Bottigliette e reti da pesca, qui diventano tessuti

11 gennaio 2021 | 10.39
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Succede a San Vittore Olona dove la Tessitura Lazzati produce filati di poliestere e nylon interamente ottenuti da processi di recupero. No alle sostanze chimiche inquinanti e confermata la certificazione Grs

Bottigliette e reti da pesca, qui diventano tessuti

Qui bottiglie di plastica, vecchi tappeti e reti da pesca diventano filati, e sono bandite le sostanze chimiche inquinanti. Succede nella Tessitura Fibre Artificiali A. Lazzati, azienda di San Vittore Olona dove filati di poliestere e nylon sono interamente ottenuti da processi di recupero grazie a una continua ricerca di soluzioni 'green' che le ha permesso di produrre tessuti 100% riciclati post-consumer.

Il poliestere è ottenuto da un processo di recupero delle bottiglie in plastica, mentre il nylon deriva dal recupero di reti da pesca e tappeti non più utilizzati, sviluppando tessuti interamente sostenibili, certificati e di alta qualità impiegati nel settore sportivo e fashion, riducendo sensibilmente l’impatto ambientale dovuto alla loro produzione ex-novo.

Non è un caso che "abbiamo da poco ricevuto la conferma della certificazione Grs, il Global Recycle Standard", annuncia Marilena Vercesi, responsabile del reparto di Ricerca e Sviluppo della Tessitura Fibre Artificiali A. Lazzati, azienda che, con alle spalle più di 60 anni di storia, continua a mantenere la conduzione familiare e che, insieme con Leucadia e Texnob, costituisce il Lazzati Group.

"È un importante riconoscimento che interessa non solo i prodotti, ma anche le aziende produttrici che utilizzano materiali riciclati all’interno delle loro creazioni - continua Vercesi - La Grs, per tramite di Icea (Istituto per la certificazione etica e ambientale), certifica infatti non solamente la filiera eco per i materiali dichiarati 100% riciclati, ma anche che l’azienda stessa è attenta alle tematiche ambientali, politiche e sociali con azioni utili al territorio".

Sostenibilità anche nei finissaggi utilizzati per aggiungere l’idrorepellenza nei tessuti. "La soluzione C-zero prevede l’impiego di una resina particolare che non utilizza sostanze chimiche perfluoroalchiliche come Pfos e Pfoa, sostanze particolarmente inquinanti e già oggetto di restrizioni da parte dell’Unione Europea. Con questo finissaggio non vengono alterate le caratteristiche del tessuto e, allo stesso tempo, anche in fase di lavaggio non c’è pericolo di rilascio di tossine dannose per l’ambiente", spiega Vercesi.

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